Scopri le 5 AREE della CPG , per ognuna di esse troverai numerosi CASI STUDIO da cui prendere ispirazione e IDEE per il CURRICOLO che ti aiuteranno a mettere in pratica le raccomandazioni contenute nella CPG.
Ti interesse la Parità di Genere a scuola? Vuoi integrare questo tema nel curricolo adottando un nuovo approccio per innescare un cambiamento che coinvolga tutta la scuola?
CARTA DELLA PARITÀ DI GENERE (CPG)
La Carta della Parità di Genere è uno strumento di autovalutazione per capire e acquisire consapevolezza su quanto la scuola stia facendo, a vari livelli, per prevenire forme di discriminazione e violenza di genere. Mira a creare all’interno delle scuole un cambiamento sistemico, creando un’occasione per riflettere su ruoli e stereotipi di genere, mettere in discussione e sfidare le disuguaglianze di genere e per promuovere un cambiamento positivo nell’approccio alla parità di genere a scuola e nella comunità educante.
Per consentire un approccio globale e integrato al problema delle disparità di genere in ambito educativo, nella Carta della Parità di Genere, le “questioni fondamentali” o meglio le tematiche su cui focalizzare l’attenzione, sono state ripartite in cinque macro aree: Leadership, Attività curriculari e extra-curriculari, Ambiente fisico, Comportamenti e relazioni, Comunità.
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La prima area su cui vogliamo concentrare la nostra attenzione è la Leadership. Perché? Perché senza una leadership consapevole, impegnata e motivata, nessun cambiamento reale può durare nel tempo.
A scuola, la figura della dirigente o del dirigente scolastico è fondamentale: è da lì che parte la spinta per influenzare il curricolo, le politiche, le pratiche quotidiane e, soprattutto, la cultura dell’istituto. Ma la leadership non riguarda solo chi dirige formalmente. Riguarda tutta la comunità educante: personale scolastico e amministrativo, comunità studentesca, personale ATA, famiglie. Perché la parità di genere non è un “tema in più”, ma un modo di pensare e di agire che attraversa ogni aspetto della vita scolastica. Vi siete mai chiesti: la parità di genere, l’educazione al rispetto e all’affettività, fanno parte del modello educativo della nostra scuola? E se non ancora… ci piacerebbe che lo fosse?
E allora: quali potrebbero essere i primi passi?
1. Un buon punto di partenza può essere incoraggiare il personale scolastico a discutere insieme di questi temi si intrecciano con le loro discipline, e di come, come educatori e modelli di riferimento, possono contribuire a trasmettere messaggi inclusivi e paritari.
2. È importante anche chiedersi: la o il dirigente, o il gruppo di leadership della scuola, condivide questa visione? Chi, all’interno del personale, ha già mostrato interesse o portato avanti buone pratiche sul tema? Spesso basta identificare queste energie positive per far nascere un vero cambiamento.
3. Un altro passo utile è raccogliere dati concreti. Ad esempio, si può fare una breve indagine interna sul rapporto tra i generi nel personale: quante donne e quanti uomini ci sono nei diversi ruoli? Com’è distribuita la leadership? E le funzioni strumentali? Questi dati aiutano a capire da dove si parte e dove si può arrivare.
Naturalmente, dobbiamo anche essere consapevoli che la femminilizzazione della professione docente è un fenomeno strutturale e, per certi versi, preoccupante. Oggi, infatti, oltre 80 % del corpo docente nelle scuole statali è costituito da donne, una percentuale che arriva al 99% nella scuola dell’infanzia. Un dato che ci invita a fare ulteriori riflessioni: sulle attività curricolari, sulle stereotipie di genere che, dentro e fuori la scuola, continuano a condizionare le scelte formative e professionali in Italia.
La seconda area che vogliamo approfondire riguarda le attività curriculari ed extra-curriculari. Perché è proprio qui, nel cuore dell’insegnamento e dell’apprendimento quotidiano, che la parità di genere può diventare reale, vissuta e significativa.
L’uguaglianza di genere non è un argomento “aggiuntivo” da trattare in momenti isolati, ma un filo rosso che attraversa tutte le discipline e le esperienze educative, dentro e fuori dall’aula. Ogni area curricolare ha il potere, e la responsabilità, di mettere in discussione gli stereotipi e le convinzioni tradizionali, così da offrire a tutte le persone la possibilità di fare scelte libere e consapevoli, senza condizionamenti.
La parità di genere, l’educazione al rispetto e all’affettività sono già parte integrante del vostro curricolo scolastico? È affrontata esplicitamente nelle discipline e nelle attività didattiche? E se non lo è ancora… vi piacerebbe che lo fosse?
Allora, da dove si può iniziare?
1. Un primo passo può essere semplice: aprire spazi di confronto. Ad esempio, organizzare discussioni informali tra colleghe e colleghi per analizzare insieme gli stereotipi presenti nei materiali didattici. Si può anche creare un breve questionario per raccogliere idee, percezioni, esempi, oppure coinvolgere tutto il personale nella mappatura di dove e come questi temi vengono affrontati, e dove, invece, ci sono ancora delle lacune. Anche la voce della comunità educativa può offrire spunti preziosi: la comunità studentesca, le famiglie, il personale ATA. Raccogliere i loro punti di vista aiuta a costruire un quadro più completo e partecipato.
2. La scuola dovrebbe lavorare a livello di progettazione didattica, per integrare il tema della parità di genere nelle discipline, nelle attività extra-disciplinari, nei percorsi di orientamento, nei libri di testo, nei quaderni operativi, nelle risorse digitali e persino nel linguaggio usato in classe da tutto il personale. Le e i docenti possono stimolare discussioni in classe partendo da dati reali o da temi che emergono naturalmente nel programma: nelle scienze, nella storia, nell’educazione civica, nell’arte o nello sport. Si può partire anche dalla vita quotidiana della classe: dalle esperienze, passioni, scelte scolastiche e sogni per il futuro. Ogni situazione può diventare un’occasione per parlare di pari opportunità, rispetto e libertà di scelta.
3. La scuola può inoltre collaborare con persone esperte e competenti, che aiutino a introdurre prospettive nuove e a rafforzare il lavoro educativo con testimonianze e laboratori mirati.
4. Ogni docente, poi, può fare un passo ulteriore: riflettere sulle proprie modalità comunicative e relazionali. Ci sono differenze nel modo in cui ci si rapporta con la comunità studentesca? Esistono, magari senza accorgercene, atteggiamenti o aspettative diverse legate al genere? E ancora: gli albi illustrati e i libri di testo rappresentano davvero tutti i generi in modo equilibrato? Le immagini, i ruoli, i linguaggi riflettono la realtà in modo inclusivo e rispettoso?
5. Un altro ambito importante è quello extra-curricolare. Mappare l’offerta delle attività aggiuntive: laboratori, sport, progetti, può aiutare a capire se esistono squilibri di partecipazione tra i generi. Spesso, infatti, queste attività, a meno che non affrontino esplicitamente il tema della parità, non vengono progettate o scelte tenendo conto di questa dimensione, e rischiano di riprodurre, anche inconsapevolmente, gli stessi stereotipi e squilibri che spesso troviamo nella società. Coinvolgere il personale e la comunità studentesca nella rielaborazione e promozione di queste attività può essere un modo efficace per garantire pari accesso e rappresentanza. Perché anche fuori dall’orario scolastico, la scuola continua a educare e a formare modelli di relazione e cittadinanza
La terza area riguarda l’Ambiente Fisico. Perché anche gli spazi che viviamo ogni giorno, aule, corridoi, palestre, cortili, trasmettono messaggi e valori. L’ambiente scolastico può essere un potente strumento per promuovere o limitare la parità di genere, a seconda di come è progettato, curato e rappresentato.
Garantire che l’ambiente sia sicuro, accessibile e accogliente per tutte le persone significa riconoscere che il benessere non dipende solo dalle relazioni o dai contenuti, ma anche dallo spazio in cui si apprende, si cresce e si interagisce. In che modo la vostra scuola utilizza l’ambiente fisico per promuovere la parità di genere?
Quali potrebbero essere i primi passi?
1. Un primo passo può essere quello di osservare con uno sguardo nuovo gli spazi scolastici. Ci sono luoghi che favoriscono la partecipazione di tutte e tutti? Oppure aree dove alcune persone si sentono meno sicure o meno rappresentate? Si può iniziare incoraggiando discussioni collettive su cosa significhi parità di genere e rispetto in termini di accesso, sicurezza e rappresentazione. Uno spunto può essere invitare il personale scolastico, la comunità studentesca e le famiglie a condividere idee, percezioni e vissuti sugli ambienti scolastici. Spesso non ci accorgiamo che i colori, le immagini, la disposizione degli spazi o dei materiali comunicano una certa visione dei generi e dei ruoli sociali. Riflettere su questi dettagli può aiutare la scuola a diventare più consapevole e inclusiva. Ad esempio, si può rivedere la collocazione degli spazi comuni, assicurandosi che siano accessibili e utilizzati da tutte e tutti in modo equilibrato. Oppure coinvolgere le classi nella co-progettazione degli ambienti, affinché la scuola rifletta i bisogni, le identità e le diversità reali della sua comunità.
2. Un’altra azione semplice ma significativa è rinnovare la rappresentazione visiva negli ambienti: arricchire i corridoi e le aule con immagini e poster che raccontano una pluralità di modelli e possibilità. Mostrare donne con background e abilità diverse nei ruoli di leadership, nelle professioni STEM, nelle arti o nello sport; ma anche figure maschili rappresentate nella cura, nell’empatia e nella collaborazione. Queste scelte comunicano che tutti i generi possono esprimersi liberamente, in ogni ambito della vita sociale e professionale. Promuovere una maggiore attenzione all’ambiente fisico non significa solo rendere gli spazi più belli, ma più giusti, partecipati e rappresentativi. In definitiva, ogni parete, ogni aula e ogni angolo della scuola può diventare un messaggio di rispetto, inclusione e libertà.
Un ambiente fisico che valorizza la diversità non è solo uno sfondo dell’apprendimento, ma una parte viva del processo educativo. Costruire spazi scolastici inclusivi significa educare, ogni giorno, a una cultura della parità, dove ogni persona possa sentirsi vista, accolta e libera di essere sé stessa.
La quarta area riguarda Comportamenti e Relazioni, perché questi sono cruciali per creare e mantenere un ambiente scolastico inclusivo e paritario. Significa essere consapevoli del linguaggio sessista o stereotipato che spesso passa inosservato o non viene contestato. Significa anche riflettere su pregiudizi inconsci e su eventuali aspettative nei comportamenti della comunità studentesca basate sul genere. Il personale della scuola e la comunità studentesca sono consapevoli di questi linguaggi o eventuali pregiudizi nascosti Come si manifestano nella vita quotidiana della scuola?
Quali potrebbero essere i primi passi?
1. Un buon inizio è valutare la consapevolezza di tutta la comunità educante rispetto alla parità di genere: tra il personale scolastico, tra la comunità studentesca e anche tra le famiglie. Per questo possiamo incoraggiare le colleghe e i colleghi a discutere insieme sulle problematiche legate al genere, alle relazioni e alla socializzazione tra pari. Quali questioni emergono? Quali comportamenti rafforzano stereotipi o esclusioni?
2. La scuola potrebbe porre maggiore attenzione e progettare iniziative concrete in tre ambiti principali: Linguaggio → sensibilizzare il personale sui rischi di un linguaggio discriminatorio, analizzare modulistica e comunicazioni interne per verificarne l’inclusività, e lavorare con le classi sull’uso del linguaggio nei media, social network e pubblicità. Prevenzione della violenza di genere → coinvolgere persone esperte, enti e/o associazioni specializzate per far comprendere lo stato dell’arte; proporre film e dibattiti; utilizzare eventuali sportelli psicologici per intercettare segnali di disagio o allarme. Socializzazione tra pari → decostruire sin dalla prima infanzia e poi durante l’adolescenza gli stereotipi di genere che influenzano la gestione delle emozioni, promuovendo la libertà di manifestarle, inclusa paura, dolore o commozione, superando la dicotomia tra razionalità-maschile e emotività-femminile.
3. Ogni docente può contribuire a sensibilizzare le classi, promuovendo competenze relazionali, empatia e rispetto reciproco. È importante osservare le dinamiche tra pari, prevenire prevaricazioni tra generi e affrontarle in modo tempestivo quando si presentano. Valutare e monitorare i comportamenti, i linguaggi e le relazioni quotidiane aiuta a comprendere se le pratiche inclusive stanno realmente funzionando. Piccoli gesti quotidiani, nel modo di parlare, nella gestione dei conflitti, nelle attività collaborative, fanno la differenza.
In definitiva, Comportamenti e Relazioni sono il cuore della cultura scolastica. Attraverso la consapevolezza, l’educazione emotiva e la progettazione di iniziative concrete, la parità di genere diventa concreta e vissuta nella vita quotidiana della scuola. Promuovere comportamenti e relazioni inclusive significa educare alla parità, dare a ogni persona la possibilità di esprimersi, partecipare e sentirsi riconosciuta, ogni giorno.
La quinta area riguarda la Comunità, perché la scuola non vive isolata: fa parte di un contesto più ampio e ha bisogno di confrontarsi e collaborare con esso. Coinvolgere le famiglie è fondamentale: permette di spiegare alle famiglie perché il lavoro della scuola sulla parità di genere è importante e come possano sostenerlo nella vita quotidiana. Quindi, possiamo chiederci: la nostra scuola coinvolge famiglie e comunità educante nelle iniziative sulla parità di genere, il rispetto, l’affettività?
Quali potrebbero essere i primi passi?
1. Si può iniziare con una ricerca sul coinvolgimento delle famiglie: ci sono stati tentativi di partecipazione? Quali iniziative sono già state realizzate? Un suggerimento è quello di incoraggiare discussioni tra colleghe e colleghi su come affrontare idee, dubbi o stereotipi dei genitori, e valutare insieme modalità sicure e rispettose per coinvolgere la comunità studentesca nelle attività legate alla parità di genere nella comunità.
2. La scuola deve promuovere apertura e collaborazione non solo con le famiglie, ma anche con il territorio, altri ordini scolastici e istituti: è necessario condividere obiettivi, strategie educative e buone pratiche con quelle agenzie, come le organizzazioni sportive, luoghi le giovani generazioni passano molto del loro tempo libero. Si possono coinvolgere agenzie formative, enti locali o organizzazioni specializzate per portare competenze esterne, laboratori, corsi o interventi mirati.
3. Un’idea concreta è avviare progetti trasversali tra discipline, ordini scolastici diversi o istituti, creando continuità e collaborazione che uniscano conoscenze, esperienze e comunità diverse. Ad esempio, nei passaggi tra una scuola e l’altra, dove orientamento e dialogo con le famiglie diventano momenti fondamentali ma delicati, è importante creare condizioni che contrastino consapevolmente gli stereotipi di genere, lavorando sull’orientamento anche in quest’ottica In questo modo si potrebbe evitare di canalizzare le persone in percorsi considerati “tipicamente femminili” o “tipicamente maschili”, promuovendo invece scelte libere, consapevoli e autodeterminate per tutte e tutti, condizioni importanti per il successo formativo e per evitare la dispersione.
4. Un’ulteriore modalità per poter creare legami con la comunità e il territorio può essere, ad esempio, quello utilizzare la video documentazione per raccontare progetti e attività svolte, anche in un’ottica di rendicontazione sociale.
In definitiva, la scuola e la comunità possono lavorare insieme per creare una cultura condivisa della parità, dove famiglie, comunità studentesca, personale scolastico e territorio collaborano attivamente. La parità di genere diventa così un obiettivo vissuto, concreto e sistemico nel tempo. Coinvolgere la comunità significa formare una società più attenta e responsabile, capace di rispettare, valorizzare e supportare tutte le persone, in ogni fase della crescita.
ALTRE RISORSE UTILI
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